Personal Branding

E quando il Personal Branding del tuo capo è pessimo?


#personalbranding a #lavoro: un tema che non riguarda solo – come molti spesso pensano – la capacità di rendersi visibili sul mercato del lavoro, quindi all’esterno della nostra azienda (un qualcosa che affrontiamo quando abbiamo deciso di alzare i tacchi), ma anche e sopratutto all’interno della realtà che quotidianamente viviamo.


Ci sono moltissimi elementi su cui possiamo focalizzarci per migliorare la nostra visibilità interna: far sapere di cosa ci occupiamo a colleghi di altri reparti, intrattenere e aumentare le relazioni, proattivamente ampliare il nostri margini di possibilità lavorando a progetti e prendendoci in carico qualcosa che, seppur sul momento può non interessare, potrebbe nell’arco di poco, far notare il nostro valore.
Tutto questo è moltissimo, e si può e deve fare quando c’è qualcosa che sta scricchiolando e capisci che il tuo valore non è percepito come dovrebbe, tarpandoti le ali, le promozioni, l’accessibilità a opportunità
Ma c’è anche un altro aspetto che devi considerare attentamente, sempre e piuttosto velocemente:
il tuo capo è bravo nel Personal Branding?
Questo non è un aspetto da sottovalutare. Per nulla.

Ci sono diversi casi che devi cercare di comprendere velocemente.


Il tuo capo è molto bravo sul SUO Personal Branding ed è persona che realmente protegge il suo team e spinge per la crescita: questo gli consente di valorizzare se stesso e il suo gruppo di lavoro, quindi anche te.


Il tuo capo è molto bravo sul SUO Personal Branding ma la sua posizione non gli consente di esporsi troppo apertamente e “metttere la testa sul ceppo” per i suoi, perchè ancora lui/lei necessita di rischiare il meno possibile. In tal caso fai attenzione perchè di certo tutto il valore che apporti sarà di certo valorizzato dal tuo capo, ma a suo esclusivo beneficio. La partita che sta giocando è ancora troppo personale.


Il tuo capo è ben considerato in azienda, ma non è minimamente in grado di lavorare sul Personal Branding, si è ritagliato uno spazio consolidato e non ci tiene a muoversi, quindi se tu alzi troppa polvere lo stressi, perchè lo induce ad andare a negoziare cose, ed esporsi a situazioni che manco sotto tortura si cercherebbe da solo. Sei un fastidioso piantagrane per lui e dal suo punto di vista badi a cose inutili. Partita faticosissima per te. Il rischio è che tutto il tuo “sbatti” finisca in cantina o si perda perchè nessuno saprà cosa fai e il valore che porti. Il mantello del tuo capo è una campana di vetro asfittica entro cui puoi crepare fino alla pensione.


Il tuo capo è negato per il Personal Branding ma sente che occorre lavorarci perchè anche per lui le cose non sono poi così stabili. Si, lo sa che dovrebbe lavorarci ma non ce la fa, e fino a che non gli esplode il problema sotto le mani, non farà comunque nulla per…anzi potrebbe temere la tua azione quindi cercherà di smussare e di tenere sotto traccia tutto ciò che non sa gestire. Uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia…e anche in quel caso prima o poi esploderà la bomba a suo sfavore, ma in tal caso morirà lui e tutti i filistei (quindi pure tu, mi spiace).


Allora cosa si fa? Una cosa molto semplice. Prendi atto, fai un check di realtà. Da quanto annaspi, da quanto nulla di smuove.

Quanto dipende da te? Comprendi cosa puoi fare e lavoraci! Subito!

Quando dipende dal tuo capo? E’ in malafede o in reale difficoltà? Ce la può fare a lavorarci? Vuole? E’ una causa persa?Allora muoviti.


Spesso si lasciano le aziende per i capi. Un passaggio prima, potrebbe essere cercare di cambiare capo. Ma quello prima ancora è – comunque – lavorare sul TUO Personal Branding, perchè ti servirà dentro e fuori. Comincia subito. Prendi consapevolezza delle eventuali difficoltà che hai nel lavorarci e fatti aiutare. Non è così difficile, potrebbe anche piacerti, lo sai?

Ad ogni modo non hai proprio nulla da perdere, anzi….che stai ancora a fare lì? Su, dai, muovi il culo. Inizia a fare strategia per la tua carriera, è tua responsabilità.

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