Personal Branding

Brand Reputation Management e Personal Branding 1/2 – RISCHIO D’IMPRESA

E’ con gran piacere che ospito il primo di 2 Guest Post che Davide Scialpi  ha gentilmente riservato a questo BLOG.

Davide Scialpi è un Consulente e Key Note Speaker Internazionale sui temi della Innovazione della Strategia di Marketing con un forte focus sul mondo digitale, i contenuti e le esperienze.
CEO di Reinventa Dee Oceans ltd, Media Company e Società di Consulenza in Lateral Marketing Inglese, Davide è fondatore di incredibili network globali quali “Marketing Strategy Innovation Ocean” ed “Employer Branding Revolution” e blogga regolarmente su http://www.davidescialpi.com.

Conosco Davide da anni, abbiamo collaborato in diverse occasioni per eventi e giornate di formazione rivolte alle aziende e focalizzate sul Marketing e l’ Employer Branding. Davide ha una profonda conoscenza di questi temi, ed è un professionista visionario e generoso!

Buona Lettura!

RISKPROFITLOSS

Che il Risk Management sia uno degli ambiti in cui le aziende stiano concentrando sempre più i loro sforzi è abbastanza risaputo.

In tal senso, ben sappiamo che, tra i diversi Rischi che un’ azienda o un’organizzazione di qualsiasi dimensione si trova a dover identificare, mitigare e gestire oggi, al fine di garantire rispettivamente il raggiungimento degli obiettivi finanziari e/o organizzativi stabiliti o meno in sede di programmazione strategica, quello Reputazionale va assumendo un’ importanza sempre più rilevante.

In soldoni sonanti, per essere più limpidi, per Rischio Reputazionale s’intende “un evento in grado di condizionare e influenzare la Reputazione di un’ impresa o di un’ organizzazione in maniera negativa.”

Da qui, se poi ci soffermiamo giusto un filo sulla definizione di Reputazione  – che altro non è che quell’insieme di commenti, opinioni e giudizi negativi e/o neutrali e/o positivi espressi da stakeholder di riferimento e non, o più semplicemente da persone in target o meno in merito alle diverse esperienze da questi vissute con un dato Brand –  ci rendiamo conto da noi che, il Rischio di cui fatta menzione sopra, è un Rischio connesso al Valore che un’ impresa è in grado di creare, il Valore del suo Brand, nonché il suo Valore finanziario!

Il Rischio, in altre parole, di incorrere in danni in termini di immagine e reputazione causanti considerevoli diminuzioni del fatturato e, quindi, minacce alla sostenibilità della crescita di un’ impresa nel breve, medio e lungo periodo, nonché minacce alla ricchezza, scaturenti da una conseguente e fisiologica forte perdita di Trust tra gli shareholder, stakeholder, consumatori e risparmiatori che hanno interesse nei confronti dell’azienda.

Il tutto, si configura quindi come essere strettamente legato al cosiddetto Sentiment di un’incontrollabile Buzz, Brusio, Ronzio che, in nient’altro poi si concreta, se non nella produzione di un’ Informazione negativa, neutrale o positiva che, a sua volta, altro non è che il sale per un corretto Decision Making in qualsivoglia ambito e in qualsivoglia direzione. Con l’aggravante che – oggi rispetto al passato – siffatto Word-of-Mouth riesce ad andare VIRAL, e raggiungere tutti in maniera sempre più ragguardevole, semplice e immediata.

Prima della rivoluzione creata dalle cosiddette tecnologie 2.0 (quando, cioè, la comunicazione dell’informazione viaggiava su binari one way), Aziende e Brand e Organizzazioni, grazie alla complicità dei Media Tradizionali – pronti a manipolare i propri contenuti a scopo di lucro e di clientele – riuscivano a costruire e difendere da loro la propria Reputazione e Immagine a suon di advertising monodirezionale (in alcuni casi stucchevole), nonché a nascondere sotto il tappeto la polvere di comportamenti non etici nei confronti della Community, o di mancati mantenimenti di promesse di valore a vari livelli nei confronti di clienti, partner e propri dipendenti a fronte della fiducia attribuita, per via di una mancanza di libertà di espressione da parte di questi ultimi.

Oggi, proprio per via dell’avvento del Web Sociale o Nuovo Web, tutto ciò, per nostra buona pace, non trova più cittadinanza e spazio.

“Un Brand, difatti, non è più quello che un’ azienda dice di essere – come simpaticamente succedeva nel cosiddetto Web Tradizionale aka 1.0 – ma quello che le persone dicono che esso è, nelle conversazioni che avvengono in tempo reale nei Social Media e nel Nuovo Web”.

Succede, infatti, che, grazie a “non luoghi sociali” quali i Social Media sono, le persone si ritrovano ad essere messe nelle condizioni di conversare su, raccontare e condividere – liberamente da ogni parte del Web o del mondo in tempo reale – le storie di vita personali, professionali, di consumo e di acquisto che vivono con i Brand in una maniera più diretta e non mediata che mai.

Chiaramente però, quello che attira maggiormente l’attenzione e si diffonde in maniera più capillare e alla veloce della luce – nonché ciò che viene visionato con precedenza assoluta – sono proprio i commenti e le opinioni delle persone relativamente a quelle che sono le loro esperienze Negative a riguardo. Quello che, in altre parole, può determinare la suddetta perdita di valore. Una crisi di Reputazione del Brand causante danni a seconda del tassello aziendale interessato.

Incredibilmente e inconsciamente, con i loro live streaming di Twitter, Linkedin e Facebook, le persone si ritrovano a competere con gli stessi Brand, grabbando più ascolto di loro. Al punto che, ognuno di noi è, e può essere, influencer e/o un Brand rispetto ad un dato tema, ed avere un following molto più consistente di quello di un’ Azienda.

In questo senso, a delinearsi è una vera e propria vitale dipendenza senza precedenti dei Brand dalle Persone, sia da quelle interne all’organizzazione, sia da quelle esterne all’organizzazione, tra le quali ci sono anche le stesse persone interne, quando fisiologicamente postano da loro i contenuti tramite i loro profili sociali.

Per via del Nuovo Web, oggi la totale manipolazione della comunicazione dell’informazione, tanto amata dai media quali tv, radio, giornali, per approssimazioni successive, non ha, quindi, più corso.

E a fronte di quanto detto, la costruzione, e la difesa della Reputazione, per forza di cose, atterrà sempre più al concetto del cosiddetto Act Personally!

Seguirà a breve : Brand Reputation Management e Personal Branding 2/2 – SOCIAL SELLING 

2 thoughts on “Brand Reputation Management e Personal Branding 1/2 – RISCHIO D’IMPRESA

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