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Benessere e Lavoro: il tuo corpo è il tuo tempio, impara a rispettarti

Il motivo per cui mi occupo di LAVORO e anche di BENESSERE? Perchè molta parte dei miei clienti di coaching arrivano da me parlandomi di carriera, ma poi molti degli elementi che emergono –  e che ci troviamo a prendere in considerazione – sono legati allo stress, al malessere più che benessere che stanno vivendo, e a come tutto questo  influisce pesantemente su tutte le aree della loro vita.
Ti chiedo di seguirmi in una metafora che ti permetterà di capire alcuni punti che reputo fondamentali per chiunque sia lanciato nella propria carriera o intenda farlo, ma senza arrecare danno a se stesso.
Immagina te stesso come una FERRARI (ebbene sì, noi siamo il top di gamma, la pura e piena potenzialità, esseri programmati per raggiungere le migliori prestazioni, non lo sapevi?).
Solo che spesso vivi come una FERRARI con il freno a mano tirato.
Oltre al freno a mano tirato, in contemporanea stai premendo l’acceleratore, con l’intenzione di raggiungere quanto desideri, mentre stai solo producendo gas e restando fermo.
Riesci a visualizzare la situazione?
Ti ci sei mai sentito?
Procediamo ancora…

Immagina ora che dentro la tua bella autovettura potente, ci sia un guidatore, tu, e dalla tua potente mente tu veda proiettata la tua direzione, i tuoi progetti da realizzare.

Li vedi, ci vorresti andare incontro, solo che non puoi muoverti a causa del freno a mano tirato, e man mano che passa il tempo senti sempre più lo scollamento, l’ansia, l’insoddisfazione tra il dove vuoi arrivare, e dove sei.

E quindi cosa fai?

Per ovviare a questo blocco tu provi a spingere ancora di più l’acceleratore (giusto?), pensando di ottenere qualche risultato, mentre non fai che produrre tossine, rovinare il motore, inquinare l’ambiente, e danneggiare te stesso.

Noi siamo macchine biologiche programmate come perfette, ma spesso portate fuori fase da credenze e comportamenti errati.

Il tuo corpo è il tuo tempio. Impara a rispettarlo.

Ti racconto la storia di Carla, una mia cliente.

Quando Carla arrivò da me qualche anno fa, era una professionista bravissima, tenace, determinata, con una bella famiglia e due splendidi figli.

Da un anno e mezzo circa, aveva lanciato la sua libera professione, ma nel giro di qualche mese, era già stremata. “Solo che non posso permettermi di rallentare” mi diceva. Aveva già rischiato tanto lasciando un lavoro dipendente, sperando di poter fare una vita diversa, e invece non si trovava per nulla padrona della sua vita come sperava. Quindi ha tirato ancora per un bel pò di mesi, fino a quando ha cominciato ad avere disturbi evidenti: tachicardia costante, insonnia, problemi di respirazione, ansia alle stelle. Carla non riusciva più a dedicare tempo di qualità ai suoi figli, sentendosi per la prima volta una donna e madre inadeguata.

Con lei abbiamo lavorato sui comportamenti e sulle credenze la stavano tenendo in questa situazione.

Come? Attraverso sessioni di coaching.

Di sessione in sessione, è emerso che il freno a mano che la stava trattenendo era la paura di fallire, di non guadagnare abbastanza. Che l’acceleratore che stava spingendo troppo era la sua credenza che lavorando di più in termini di ore, fine settimana compresi, avrebbe guadagnato di più.

É emerso che invece avrebbe dovuto mollare la presa, prendersi dei momenti di stacco – e a mente lucida – cambiare strategia puntando su meno clienti ma più importanti e meglio paganti.

Ha scoperto che le sue riserve di amore si stavano prosciugando perchè non alimentate, e che invece erano proprio quelle per lei il vero serbatoio di benessere.

In tutto questo Carla si rapportava con un modello di donna (quello di sua madre) che non aveva mai svolto una professione, e che era sempre stata dedita alla famiglia. Un modello al quale quindi difficilmente avrebbe potuto rapportarsi.

Alla fine del lavoro insieme, Carla ha trovato UN SUO SPECIFICO MODELLO di funzionamento, e ritrovato il benessere.

Alla luce di questo, ti chiedo di fare un esercizio di riflessione. Prendi un quaderno e rispondi ad alcune domande di coaching che ti inserisco qui sotto:

  • su quale aspetto stai tirando il freno a mano?
  • cosa è il tuo freno a mano? (cosa rappresenta?)
  • cosa dovresti mollare, lasciar andare?
  • su cosa invece stai spingendo troppo l’acceleratore e invece dovresti frenare (o modulare)?
  • Quale tipo di carburante stai usando prevalentemente? E’ di buona qualità?
  • A che punto sei con le tue riserve?

Resto in tuo ascolto, se avrai piacere di condividere con me le tue scoperte.

Se poi hai voglia di lavorare su tutto questo, sappi che ci ho dedicato un intero corso online che puoi comodamente seguire dal tuo divano. E’ zeppo di esempi, esercizi e si chiama CHANGE!, dagli un’occhiata, sono certa che lo troverai interessante.

Se invece sei consapevole che è giunta l’ora di lavorare su una tua personale strategia per essere professionalmente soddisfatto, felice (si, io oso parlare di felicità rispetto al lavoro) e in benessere, allora puoi riservare un percorso di coaching con me. Sarà un onore seguirti mentre pianifichi i passi migliori per il tuo tuo successo professionale, rispettando profondamente chi sei.

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