Forse sei una di quelle persone che crede di essere dotato sì di una grande volontà, di una buona visione per raggiungere i propri obiettivi, ma che c’è qualcosa a fregarti in fondo, a farti fare tutta quella fatica che senti… e magari qualche volta avrai pensato che questo qualcosa sia proprio il tuo corpo, sì, la macchina, il mezzo dentro cui sei e con cui fai esperienza del mondo….che inspiegabilmente, non sembra essere in grado di supportarti in tutto ciò che la tua fantastica mente immagina di fare
In un ipotetico match MENTE – CORPO ti sei trovato spesso con questo finale: 1 a 0 per la mente.
E’ una sensazione molto frustrante e latente, di cui spesso potresti non renderti pienamente conto, è come un rumore di sottofondo che in diversi momenti nella tua vita ti ha forse portato a mettere in stand-by diversi obiettivi, e a credere quasi impossibili certi progetti.
Magari lavori fino a sfinirti. Magari in qualche momento della tua carriera sei pure svenuto o hai avuto un malore. Magari no, ma comunque di base tendi a spremerti e a dare tutto, anche di più! Oltre il 100%, sempre e costantemente, ma non ti sembra comunque mai abbastanza. Arrivi a desensibilizzarti tanto da non renderti neanche più conto di quante ore lavori al giorno. A proposito, da quanto non fai un conteggio effettivo?
Fallo subito! Prova ora a contare, senza fingere con te stesso, quante ore hai lavorato questa settimana. Ti assicuro che potresti restare sconvolto e cominciare a capire perchè non è così assurdo che tu ti senta spesso così sopraffatto, stanco…
Ti invito a iniziare una riflessione seria sulla tua relazione con te stesso, con la tua capacità di dosarti, di donarti. Con la gestione delle TUE ENERGIE.
Soprattutto se riconosci di avere quella strisciante convinzione (“non ho sufficiente energia”, “sono debole”) il rischio infatti è che pur di realizzare ciò che intendi, e per sopperire a quella che reputi essere una carenza, di energia potresti finire per mettercene ancora di più. TROPPA!
Il rischio è che sia tu, proprio tu, a metterti sotto sforzo….e quando stramazzi (perchè non sei Mazinga e prima o poi può accadere) sei pure lì pronto a giudicarti e a dire ”ecco, lo vedi? Certe cose non le reggo”.
Di energia invece ne hai eccome, ma per via delle tue striscianti convinzioni, non fai altro che caricare, caricare ancora di più, esagerare, fino a stremarti.
Se ti è successo di vivere un momento professionale e personale in cui il tuo corpo ti ha dato una sveglia, forte!, forse finalmente hai preso consapevolezza del ritmo insano al quale ti sei sottoposto, magari per anni, magari pensando di fare del bene a te stesso e alla tua carriera, allora complimenti. C’è solo che da essere grati.
Con molta probabilità hai scoperto di essere focalizzato sulle tue energie mentali…e per nulla in ascolto di quelle fisiche. Entrambe sono fondamentali, altrimenti avrai delle fondamenta malmesse e non riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi.
Il nostro corpo ha una sua coscienza. Ed è una meraviglia. Cerca di ascoltarla. Non la snobbare. Non restare sul solo piano mentale, su un puro esercizio di comprensione, di apprendimento. Ciò che spesso ci manca è un “sentire” profondamente le cose, ascoltare dove le nostre emozioni si localizzano, da dove (da quale luogo nel corpo) ci parlano, e di cosa.
E sì che il tuo corpo e le tue emozioni parlano eccome….anche se non te ne accorgi, e per farsi sentire arrivavano a urlare sempre più, a dare dei segni di rimostranza sempre più eclatanti.
Bhè il fatto è che quando ti convincono, o ti convinci che qualcosa non va, non funziona come dovrebbe, il tuo corpo finisce per crederci e operare “come se…” fosse vero!
Ti focalizzi sul contenuto (“non ho energia”, “ non sono forte abbastanza”, non sono così, non sono colà”) e ti perdi la relazione….con te stesso, con il tuo corpo e quello che ti dice. Non ascolti più nulla di te. Non ci credi. Mentre credi a tutto quello che il mondo esterno ti propina e non ti accorgi degli effetti che fa….sulla tua mente, sul tuo corpo, sulla tua salute, e sulle tue performances.
Non sei più in “relazione” con te stesso, e con le cose, ma in “reazione” alle cose, agli stimoli.
E tutto questo ti allontana dallo splendido essere umano che sei, ti trasforma in una macchina, scollegata, stressata, defocalizzata, disallineata, in pura risposta automatica a ogni stimolo esterno che nel frattempo aumenta, aumenta, aumenta.
Il sovraccarico informativo, cui siamo sottoposti oggi, non fa altro che contribuire a silenziare le nostre risorse interne, non le ascoltiamo più, non le sentiamo più, in mezzo a tutto questo rumore. Non hai più tempo per scegliere, non hai più energie per scegliere.
E pensi di non saper scegliere.
A lungo andare ti desensibilizzi completamente, infatti non solo non riesci ad ascoltare più gli stimoli interni, ma neanche gli stimoli esterni.
Sento spesso dire, non solo nei luoghi di lavoro ma anche dentro la scuola, che molti si sentono sopraffatti dai troppi stimoli. Partiamo presto a schedulare le nostre giornate e quelle dei nostri figli, manco fossero tutti manager già a 8 anni.
Siamo ormai allenatissimi a vivere in pura, automatica, velocissima “risposta a”…non creiamo, rispondiamo…siamo in scarsità, svuotati, stanchi.
Ebbene, se ti trovi in quanto dico, questo ti accade perché non raccogli i segnali che la tua COSCIENZA spirituale e corporea ti sta inviando.
E la cosa assurda è che questo continuo meccanismo di attacco e risposta – fonte dello stress enorme cui siamo sottoposti tutti oggi – lo viviamo in tutti gli aspetti della nostra vita.
Ma lo stress è il risultato di una vita vissuta inconsapevolmente.
E’ il risultato del fatto che non sappiamo gestire la nostra mente, le emozioni, il corpo, le nostre energie!
Quindi, lo stress possiamo imparare a riconoscerlo e gestirlo con consapevolezza e presenza.
Troppi stimoli dicevamo…molti miei clienti mi raccontano che non riescono a riposarsi, si sentono in colpa se si concedono riposo, ristoro, tempo per meditare, tempo per sé. E pretendono da se stessi un flusso costante, ad alta performance di apprendimento, di lavoro.
Ma il nostro corpo non funziona così.
Noi abbiamo sì bisogno di agire, ma anche di riposarci.
E’ il flusso della natura e anche il nostro. Osserva il va e vieni delle onde sul bagnasciuga.
Non possiamo stare costantemente in attacco e fuga, in stress cronico, questo ci porta ad ammalarci!
Il problema è che spesso pensiamo alle performance nel modo sbagliato. Guardiamo troppo corto. Guardiamo a quanto vogliamo ottenere nel breve, mentre un percorso di crescita e di realizzazione personale e professionale è un percorso lungo, che dura anche tutta una vita. Cosa stiamo facendo dunque, tutti proiettati sul risultato immediato?
Tutti coloro che vivono poi, inevitabilmente, dei seri momenti di difficoltà…scoprono che l’unica vera fonte cui attingere erano se stessi. Erano già lì, disponibili per se stessi, ma sconosciuti. Occorre amarsi per riconoscerlo. Occorre avere o ri-dotarsi di radici.
Mentre siamo sempre meno radicati, sballottati come siamo tra stimoli di tutti i tipi.
Lavoriamo soprattutto con la mente e poco in ascolto del corpo e di tanto altro di noi.
Lo sviluppo è un percorso che ogni tanto ha anche degli scatti, delle performance di potenza, ma molto più spesso di resistenza…di resilienza. Abbiamo bisogno di saperci gestire nel lungo, amandoci.
Non è un lavoro sul “dove” e sul “perchè”…quanto invece un gran lavoro sul “come” superare gli ostacoli. E’ questo che spesso ci attribuisce “senso”.
Il “senso” non è solo una direzione verso cui andare…è capacità di sentire, avvertire, distinguere, intuire.
E’ un gran lavoro di collegamento, di connessione mente-corpo.
E’ un lavoro di allenamento a sentirci in quanto esseri umani e agire come tali. Non come macchine meramente automatiche.
Non c’è bisogno di sapere tutto. Non c’è bisogno di questo perfezionismo, della smania di controllo. La creatività è tutto il contrario, e tante tue energie si liberano quando ti metti in ascolto di te, e non delle tante voci che trovi all’esterno.
Se c’è qualcosa su cui focalizzarsi non è l’esterno e i suoi vari imput, ma il tuo interno, i tuoi pensieri e i tuoi movimenti.
Per farlo devi conoscerti sempre più, osservarti, anche negli spasmi disarmonici che fai mentre cerchi di performare al meglio, devi provare ad allenarti da tanti punti di vista, non solo mentale ma anche fisico.
Mente e corpo viaggiano insieme, sono un SISTEMA e spesso siamo a manetta solo su uno dei 2 fino a esaurire tutte le nostre risorse ed energie. Invece l’alternanza, l’integrazione, ci aiuta. Spesso siamo esauriti solo perché ci sono ampi margini di allenamento e sviluppo di parti di noi che non stiamo considerando.
Il vero grande lavoro da fare, quindi, è quello di essere pienamente coscienti di cosa ci sta accadendo dentro, anche mentre rispondiamo a stimoli esterni.
Non sto parlando di capire. Sto parlando di sentire.
Solo se siamo consapevoli di cosa ci boicotta possiamo diventare sempre più resilienti, affrontare con minore stress la nostra vita e il nostro lavoro di crescita personale e professionale. Prosperare pur sotto il rumore di sottofondo, essere sempre più presenti.
Gestire le proprie energie vuol dire fare diversi tipi di allenamento: di tipo intellettuale (studiare, capire, scoprire) e poi di tipo fisico (entrare dentro le sensazioni, sentire come il nostro corpo risponde, cosa ci procura benessere o malessere, cosa cambia), e poi riposare, ristorarci, per ripartire più forti di prima.
Quando in un’area non riusciamo a muoverci, provate ad allenare altre aree. I cambiamenti sono sempre sistemici. Sblocco da una parte in cui ho un migliore accesso, per lavorare anche su un’altra, indirettamente.
Va bene ricercare, crescere, imparare, lavorare, performare, ma mai a danno di se stessi.
Non mandarti in stress, sfidati, sì, ma in modo positivo.
Un buon performer lo si vede nel lungo periodo. Sii resiliente, lotta se devi e poi recupera. Ama l’energia che hai già dentro di te.
Allenati a riconoscere tutti gli stimoli che ti piovono addosso. Riconoscigli, impara a schivarli o a prepararti a riceverli, a sentirli, a gestirli, a trasformarli.
Per farlo c’è un’unica via: la consapevolezza.
E’ un’operazione lenta, progressiva. E’ questo il vero lavoro di gestione di sé.
Recupererai tante di quelle energie che sono già dentro di te, e che stai non vedendo, sprecando, non apprezzando.
Non cercare mai fuori, cerca sempre dentro.